Quando adotti un peloso

Quando adotti un peloso diventi, nel mio caso, la sua mamma, ma potresti diventare il suo papà. Solo chi ha provato questa esperienza mi può capire. Lui o lei, io ne ho due – lui e lei – diventano la presenza più importante della tua casa soprattutto se vivi da solo. Appena arrivi, ancora con il cappotto corri a salutarli e l’ultimo saluto, con addosso già il cappotto, prima di uscire va a loro. Se escono e non tornano per la notte non dormi e non fai dormire nemmeno i vicini perché passi la notte a chiamarli sbattendo il sacchetto delle crocchette. Quanti pranzi o cene con il peloso in braccio, cercando di mangiare meno peli possibili, perché quando il peloso vuole le coccole non ce ne e’ per nessuno. Al Super il carrello contiene più pappe per loro che cibo per te. In sala d’attesa del veterinario parli di loro come si fa con i bambini dal pediatra. Esagerata? Forse. Felice? Tanto. Non mi vergogno delle lacrime versate per miei pelosi scomparsi. Non mi vergogno delle telefonate, se sono via, per sapere come stanno a chi li ha in custodia. Se uno non ama i miei pelosi io non amerò lui. Cattiva e antipatica? Si e ne vado fiera. Quindi, se mi volete conquistare, dovete trovare meravigliosi Matisse e Moshe altrimenti non c’è speranza 😻

La legge d’attrazione

Qualcuno me la deve spiegare tutta sta filosofia sulla legge d’attrazionr, sul pensiero positivo, sulla mentalità vincente e chi più ne ha più ne metta. Io ci ho provato a pensare solo al bello e ogni venerdì ( chissà perché di venerdì, forse per rovinarmi il we) mi arrivava una raccomandata dell’agenzia delle entrate che doveva farmi un’accertamento nuovo. Ma qualcuno esiste a cui il pensiero positivo ha recapitato quello che sognava? Se si, prego contattarmi. Io e’ anni che materializzo nel pensiero uno zio d’America che si è ricordato di me nelle sue ultime volontà : niente. Le istruzioni dicono che se una sola volta perdi le speranze tutto si annulla e il desiderio non si avvera. Come nella dieta, un giorno di sgarro, tre kg rimessi su, così nell’attrazione cosmica, un giorno di depressione annienta mesi di pensiero positivo. Forse dovrei non aprire più la cassetta della posta, perché sfido chiunque a sorridere davanti ad una multa. Ragazzi non so, ma vi darò un indizio, dovesse avverarsi il mio desiderio perderete le mie tracce. Finché mi troverete scritta a parlare di varia umanità, non dubitate, non ho capito come attirare a me l’etedita d’oltreoceano.

La sindrome di Calimero

Sarà la crisi, sarà il freddo, sarà il buio presto ma c’e sempre più gente in crisi. Non crisi vera ma crisi per il nulla. Problemi che non sarebbero problemi ma servono per far sentire brutti e neri. Ma vi ascoltate ? Fate una bella cosa, registratevi che forse riascoltandovi vi verrà da dire – che palle – esattamente come succede ai malcapitati che vi devono sopportare. I problemi sono problemi quando per il momento non c’è via di uscita – se c’e via di uscita non c’e’ il problema esattamente come Calimero che non era nero ma solo sporco. Calmiero diceva – ce l’hanno tutti con me perché sono piccolo e nero – invece con voi ce l’hanno tutti perché siete delle crode. Su su reagite e buttatevi in lavatrice, una buona centrifugata, un po’ di candeggina e vedrete che vi sentirete meglio. Insomma, basta con problemi stupidi e giornate perse a piangersi addosso perché se poi gli amici si allontanano a macchia d’olio non è per cattiveria ma perché non ce la fanno più.

Ma come ci si veste 20 anni dopo?

Vengo invitata ad una festa in disco con le persone e le musiche di 20 anni fa, quando ancora ballavo sui cubi buttando giù la cubista di turno. Entusiasta accetto e inizio a pubblicizzare l’evento con i miei coetanei tutti ex ballerini da febbre del sabato sera. Stamattina nel dormiveglia mi si è balenato il quesito – ma come ci si veste 20 anni dopo ? – Allora portavo minigonne giro cintura o shorts argento, camicie con fuori la schiena anche con meno 10 gradi. Sempre senza calze perché avevo gli ormoni al posto giusto (ndr). Se lo facessi ora mi beccherei una broncopolmonite bilaterale. Ora che giro vestita come un’eschimese non sono adatta a Tony Manero. Ma come ci si veste 20 anni dopo? Le mini non si addicono alle signore e capi da disco non ne posseggo più. In questo momento di pensieri dettati dalla fattura elettronica io mi perdo nell’armadio … ma vi pare?

Seduta sulla riva del fiume

Seduta da un po’ sulla riva del fiume mi sono portata una sdraio, un ombrellone è un drink. Se devo aspettare devo farlo comodamente. Cosa aspetto? Ovvio, i cadaveri dei miei nemici. Direte voi – ma la Dolly dei Dollypensiero non può avere un nemico – vi stupirò, non ne ho uno, ho una lista divisi per annate e situazioni :

1981 Liceo

1988 Università

1990 primo lavoro

2000 Ospedale Oderzo

2004 Ospedale Padova

2001 impresa Pivato

2010 Impresa Sacaim

Non vi tedio con l’ultimo decennio denso di probabili cadaveri. Chi mi conosce bene inizierà a completare la lista con nomi, qualcuno potrebbe iniziare anche a sudare e farebbe bene. Come mi dissero una volta – meglio averti come amica che come nemica – riflettete gente che io continuo a stare seduta sulla riva del fiume sorseggiando il mio drink 🍸

Non sto parlando di te

Ogni volta che esprimo un Dollypensiero mi arriva un wa di qualcuno/a che mi chiede – stai parlando di me ? – Ragazzi per parlare di voi dovreste meritarvelo, nel bene o nel male, e a quel punto dovreste esserne orgogliosi. Non ho tempo da perdere quindi, a meno che voi non facciate cose trascendentali o cazzate stratosferiche degne di nota, io non parlerò di voi. Posso parlare di me, dei miei pelosi, del mio fidanzato, del genere umano che come potete notare sono argomenti ad alto livello. Se volete essere da spunto in un Dollypensiero dovete meritarvelo, quindi incominciate ad impegnarvi. Vi avviso, al prossimo che mi chiederà se sto alludendo a lui risponderò – fatti un drink – a volte berci sopra e’ utile – Mi verrebbe però da rispondere – trova uno bravo perché le tue manie di persecuzione ricordano il Tasso – ma così scatenerei la solita guerra …

La mamma dei gatti

Meno male che mamma e papà Schiratti non mi chiesero mai un nipotino, in fondo di nipotini pelosi ne ho portati a casa tanti. Il mio orologio biologico scatta quando vedo un gatto che penso in difficoltà, decido che devo assolutamente salvarlo anche quando lui non vuole. Ricordo quella volta, che in giardino, trovai un gatto sull’albero. Lui bello pacifico, io agitatissima. Presi la scala e tentai di salvare colui che non voleva essere salvato. Mi morsico’ e salto giù dal ramo facendomi capire – fatti i fatti tuoi – Non con tutti però è andata così, molti sono diventati membri della famiglia tanto da farmi definire “la mamma dei gatti”. Quindi, e qui parte il dollypensiero, non importa di chi siete mamma, l’importante è dare affetto … e se anziché parole venite ringraziate con miagolii non importa, una mamma e’ pur sempre una mamma.

Gli uomini sono migliori quando corteggiano

Donne single non fidanzatevi, fatevi corteggiare tutta la vita. Perché? Perché gli uomini sono migliori quando corteggiano. Quando corteggiano le attenzioni si moltiplicano, non passa ora che non si facciano sentire anche solo con un wa. Non parliamo di quelli che come diceva la Vanoni “ perennemente innamorati e il giorno dopo sconosciuti” ma di quelli con cui ci sì fidanza. Una volta che diventate fidanzate inizia la discesa di graduatoria degli interessi, una discesa direttamente proporzionale alla durata della relazione. Così, per sapere come stanno dovete farvi vive voi perché loro, che prima vi chiamavano anche quando dovevano fare un parcheggio, ora non vi chiameranno nemmeno di fronte a dover affrontare un’operazione a cuore aperto. Se per caso gli dite – ma non mi avresti chiamato ? – mentendono rispondono che stavano per farlo. Quindi care amiche, non fidanzatevi, rimanete nella fase corteggiamento non verrete date per scontate…

Noi 50enni YeYe


Noi 50enni Ye Ye non possiamo essere paragonate a nessun altro decennio – ne 40enni ne 60enni. Le 40enni troppo alla ricerca di sembrare 30enni/20enni e le 60enni troppo signore Bon Ton ( almeno a detta loro) con scarpetta Sanagens. Noi 50enni YeYe portiamo ancora bene la taglia 40 con il tacco 12 e ne andiamo fiere. Sempre sul pezzo, difficile non notarci. D’estate in cabrio facciamo ancora la nostra “porca” figura e delle cervicali c’è ne facciamo un baffo. D’inverno sulle piste da sci, perché noi 50enni Ye Ye teniamo botta. Come diventare come noi ? Bella domanda, credo sia merito del DNA e di una vita che non ci fa essere sedentarie. Accoppiate o zitelle non ci perdiamo mai di vista perché noi 50enni Ye Ye siamo una forza della natura. Come riconoscerci ? Non serve cercarci, se siamo nelle vostre vicinanze ci noterete anche non volendo, perché noi 50enni Ye Ye non passiamo inosservate… piacciamo o no non importa, l’importante e’ essere notate.